RIDACCE ER SALE

duo

Come avrete facilmente capito dalla copertina del blog, sono un musicista.

No, forse ho esagerato. Diciamo piuttosto… musicante. E mi sono comunque tenuto largo.

Mi piace suonare, scrivere brani, fare musica. Ma da vero dilettante. E non lo nascondo.

Niente spartiti, niente noiosi esercizi di scale alla tastiera del pianoforte, niente crome, biscrome, chiavi di violino e di basso.

È l’orecchio che mi guida, che comanda ed indirizza le mie dita sui tasti di un piano o lungo le corde di una chitarra.

È stato sempre così e in gioventù, magari sbagliando, ho lottato perché tutto quel mondo rimanesse tale.

Niente catene. Solo voglia di suonare, di far cantare, di far ballare.

Per farla breve, sono un semplice strimpellatore che si accontenta del suo personale, anarchico orecchio.

Ma è proprio questo mio sentire istintivamente note ed accordi che mi porta ad accorgermi spesso di quanto segmenti di canzoni, anche famose, possano somigliarsi tra di loro. Non parlo della melodia ma l’impianto degli accordi della base.

Facciamo una prova insieme: chiudete gli occhi e pensate per un attimo alla parte iniziale di “Imagine” dei Beatles. Pensate poi alla parte iniziale di “Napul’è” di Pino Daniele. Ebbene la stessa base andrebbe bene per entrambe le melodie…

Ora, se la ricordate, pensate anche all’introduzione di “Sere Nere” di Tiziano Ferro: gli stessi due accordi delle due precedenti.

Chiunque ha un piano, una chitarra, una tastiera può facilmente provare. Un DO maggiore e un FA maggiore per il numero di volte necessario e il gioco è fatto: le potete accompagnare tutte e tre!

Praticamente una sorta di karaoke in promo, dove suoni uno e canti tre…

Intendiamoci, non sto certo parlando di plagio ma lo schema musicale è proprio lo stesso.

Insomma, le note sono solo dodici (e non sette, come cantava negli anni sessanta la scalza Sandie Shaw) e quindi qualche somiglianza è inevitabile.

Ma la spudoratezza dimostrata a Sanremo da Luca Barbarossa nella sua apprezzatissima “PASSAME ER SALE” ha, a mio parere, passato il limite della decenza!

Vi spiego perché: prendete il ritornello, levate la sua voce, e metteteci quella di Toto Cotugno che canta l’inciso de “L’Italiano”. Perfetta, combacia in modo impressionante…

Beh, io sarò pure un modestissimo strimpellatore ma mi aspetterei un pizzico in più di fantasia da un cantautore affermato come lui.

E soprattutto un po’ di tempo, di pazienza e di dedizione nel trovare soluzioni che scongiurino in modo accurato banali sovrapposizioni musicali come questa.

Mica per altro, solo per evitargli che anche uno come me, uno che non frequenta compiutamente il pentagramma, possa gridargli “TANA PE’ LUCA!”.

Paoloviscrive

RIDACCE ER SALEultima modifica: 2018-03-08T19:10:00+01:00da paoloviscrive
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